1) Chiostro interno inferiore |
Le prime notizie di un convento di domenicani a Pistoia risalgono al 1259, quando il Capitolo provinciale di Roma decise di istituire a Pistoia una comunità conventuale: primo priore fu fr. Pasquale dell’Incisa discepolo di fr. Giovanni di Salerno, guida del primo gruppo di frati giunti a S. Maria Novella a Firenze nel 1219.
Poiché Pistoia era zona religiosa di preponderante influenza lucchese, si rese subito necessario garantire l’autonomia del convento e definire i limiti d’azione, di predicazione e di questua tra il convento di Lucca e quello di Pistoia. Risolta la questione, si procedette alacremente al compimento delle varie costruzioni che formavano il convento, tanto che nel 1273 il transetto (crociera) della chiesa era già ultimato, e nel 1299 la fabbrica conventuale, se non ultimata, era in condizioni tali da poter ospitare il Capitolo Provinciale, nei cui Atti si fa lodevole memoria delle benemerite famiglie pistoiesi degli Ammannati e dei Clarenti. Sul finire del secolo il convento pistoiese ha già una sua fisionomia che incarna egregiamente il carisma dell’Ordine (vita comunitaria, di preghiera, di studio e di predicazione) e sono ricordati vari Domenicani pistoiesi, apprezzati sia come emeriti Predicatori Generali sia come Professori, esperti di Bibbia, di Filosofia e di Teologia. Tracce di quest’epoca sono ancora visibili in alcuni affreschi, in particolare la bellissima crocifissione con la sua sinopia conservata nel Capitolo, databile tra la fine del ‘200 e gli inizi del ‘300 e attribuibile a un pittore forse della cerchia di Coppo di Marcovaldo.
Attorno alla comunità dei frati condividevano il carisma apostolico dell’Ordine gruppi di laici uniti in confraternite e le suore claustrali. Tra le confraternite degna di nota è la Compagnia dei Magi di cui resta documentazione nell’affresco noto come ‘L’arrivo dei Magi‘ nella Cappella dei Magi e nel nome di una strada adiacente al convento (via dei Magi appunto).
Durante il XIV secolo, nel travaglio dello scisma avignonese, il convento pistoiese, al seguito dei Domenicani della Provincia Romana cui apparteneva, restò fedele all’obbedienza di Roma. Fu proprio in questo periodo che il convento vide la presenza di uomini di studio e predicatori: tra di essi è certamente da ricordare Andrea Franchi (†1401) il quale, eletto vescovo di Pistoia nel 1382, promosse nella sua attività pastorale un movimento di popolo che invocava per le strade ‘misericordia e pace’ conducendo ad un superamento di situazioni conflittuali e ad un nuovo germogliare di relazioni pacifiche tra le principali famiglie della città.
Nel corso del secolo XV il convento si unisce al movimento di riforma iniziato da Caterina da Siena e da Giovanni Dominici, avendo uno degli esponenti di spicco nella persona di Lorenzo da Ripafratta (†1456) il quale, in un tempo di terribili epidemie di peste che decimarono la popolazione, si dimostrò vicino alle tante situazioni di necessità nel momento della sofferenza: un affresco, situato originariamente sulla controfacciata della Chiesa, che sovrastava la sua tomba marmorea e finanziato dal popolo di Pistoia sei anni dopo la sua morte (1456), lo raffigura in atto di proteggere molte persone che si raccolgono sotto il suo mantello. È sempre nel corso del secolo XV, in anni di profonda crisi sul piano culturale, che comincia a prevalere l’attività apostolica di predicazione, di cui resterà encomiabile esempio il venerabile fra Giovanni d Pistoia (†1493), un privilegiato, favorito dai papi, dal re Ferdinando di Sicilia, dal doge di Venezia e da altri principi italiani.
Comunque la grande attività di predicazione non impedì al convento la cura di un ospizio dedicato alla Madonna delle Grazie sulle colline di Belvedere presso Vinacciano, oasi di eremitaggio e palestra di eroiche prestazioni di carità sacerdotale. Lo stesso fenomeno savonaroliano non lascerà insensibile il convento pistoiese, il quale offre fraterna accoglienza ai frati della forzata diaspora da S. Marco e recupera anche alla missione artistica il pennello del pistoiese fra’ Paolino del Signoraccio, compagno e discepolo di Bartolomeo della Porta, di cui rimangono alcune opere ancora oggi visibili nella Cappella dei Magi.
A partire dall’anno 1512, come conferma la presenza di una lapide sul soffitto del refettorio fu avviato un ampio lavoro di ristrutturazione architettonica che interessò il chiostro e la chiesa e impegnò i Padri nei due secoli seguenti. Sempre nel periodo post-tridentino, il convento, forse anche a seguito di un visitatore apostolico in diocesi, avverte la suggestione della novità, riduce le proporzioni del chiostro ristrutturandolo e, incurante delle antiche pitture, affida al veronese Sebastiano Vini il compito di riprodurre sulle venti Lunette del quadrilatero gli episodi della vita di S. Domenico (1596). Lo stesso Vini affrescherà anche, nel Portico della Maddalena (1600), la prima delle dieci Lunette sulla Legenda della Santa penitente, ultimate successivamente da altri valenti pittori.
Le novità architettoniche e pittoriche del convento si imposero anche per la chiesa: viene affidata al locale architetto Jacopo Lafri († 1620) la ristrutturazione barocca all’interno del tempio con Altari fissi, corredati da dipinti su tavola o su tela. Durante questo XVII secolo che invitava al devozionalismo più che alla severità degli studi e all’ascetismo pastorale, anche i Domenicani si adeguarono ai gusti del tempo, e lo storico locale Dondori sottolinea ammirato il ministero sacerdotale e gli edificanti riti che si svolgevano in S. Domenico, dei quali si ha aggiornato riscontro nel “Diario sacro pistoiese”(1887) del Beani.
Nel 1785 per iniziativa del granduca Leopoldo, appoggiato dal vescovo Scipione de’ Ricci, a Pistoia furono soppressi tutti gli istituti religiosi maschili e ridotta la presenza dei monasteri. Rimasero i conventi di suore. Il convento da quel momento fu affidato alle suore domenicane per quasi un secolo e mezzo.
Nel 1928 in seguito ai Patti lateranensi, che prevedevano la restituzione di alcune proprietà confiscate dallo Stato italiano agli enti religiosi, i domenicani tornarono a Pistoia nel convento restituito come proprietà della Provincia Romana e per l’occasione ampliato con la costruzione del secondo piano. Divenne da quel momento sede del noviziato, dello studentato e dello Studium provinciale.
Durante la guerra i pesanti danni causati dal bombardamento anglo-americano sulla città di Pistoia colpirono in particolare la biblioteca, il refettorio grande, il chiostro e il capitolo. Gli anni ’50 e ’60 videro, in parallelo alla progressiva ricostruzione, la fioritura dell’attività di studio e di predicazione in un’atmosfera di vivace collaborazione anche data la presenza dei molti giovani. Nel periodo del concilio Vaticano II fiorirono le attività di una nuova serie della rivista storica ‘Memorie domenicane’ e la redazione di una rivista attenta a temi teologici in rapporto alle vicende storiche e sociali ‘Vita sociale’: lo Studium e l’attività delle riviste furono luoghi di ricerca storica, di dibattito culturale in rapporto con la vita cittadina. A metà degli anni ’70 sorse e proseguì la sua attività per circa vent’anni l’associazione culturale ‘La vigna‘, dedita alla formazione dei giovani e associata alla vita della comunità. Dopo la chiusura dello Studio provinciale progressivamente il convento vide diminuire la presenza di frati. ‘Vita sociale‘ ha cessato le pubblicazioni alla fine degli anni ’90.
Il complesso conventuale sviluppato attorno al chiostro rinascimentale conserva rilevanti testimonianze artistiche dal Medioevo a oggi. Di particolare rilievo l’antico Capitolo, con l’affresco della crocifissione di fine ‘200, l’antico refettorio e il loggiato della Maddalena con affreschi secenteschi. L’importante biblioteca che aveva subìto la distruzione durante la seconda guerra mondiale è stata in anni recenti ristrutturata e aperta al pubblico.
Impulso nuovo, in una nuova stagione di impegno è stato vissuto in tempi recenti: il convento si caratterizza oggi per essere luogo di formazione teologica, spirituale e di predicazione.
Attualmente i frati che compongono la comunità sono impegnati in vari modi nell’attività di studio, di insegnamento e nell’apostolato. Molti incontri di formazione e studio di frati e di gruppi di laici sono organizzati dal convento pistoiese che si sta sempre più connotando come spazio aperto all’incontro, alla ricerca e al dibattito nella prospettiva di una spiritualità attenta alla storia e di una teologia in rapporto con l’esperienza.
Il convento, inoltre, è sede attualmente dell’associazione ‘Koinonia’, che stampa un’omonima rivista a cadenza mensile, e del centro Espaces ‘Giorgio La Pira’, legato ad un progetto dell’Ordine domenicano a livello europeo per contribuire alla costruzione dell’Europa con un respiro spirituale e orientata alla pace tra i popoli e al dialogo tra le religioni.